Modern Contemporary

L'espressione “danza moderna” nasce nel XX secolo per definire un modo libero di interpretare la danza. Questo genere di danza nasce dalla ribellione alle esibizioni classiche, ai costumi elaborati, al rigore e all'uso delle scarpe: andando contro tutti i criteri e le regole stabilite in precedenza, i ballerini danno vita ad espressioni corporee del tutto nuove, da danzare rigorosamente a piedi nudi per “sentire” il contatto con la terra. È questa, infatti, insieme all’attenzione che si rivolge verso il “centro” del corpo come centro dell’energia vitale, la grande innovazione introdotta dalla danza moderna.
È a personalità come Merce Cunningham, Martha Graham, Doris Humphrey e Charles Weidman che dobbiamo la creazione di quegli schemi espressivi: i movimenti lineari, a volte squadrati e a volte voluminosi, la valorizzazione della personalità del ballerino piuttosto che del suo aspetto esteriore.
Le tecniche affrontate dal corso di danza modern-contemporary propongono una panoramica ampia, che va da un’impronta Graham, per poi raggiungere la tecnica Horton ed il modern-jazz. La lezione è strutturata in diverse fasi: la tecnica, la composizione e l’improvvisazione.
La parte tecnica comprende la preparazione più puramente atletica, dove si susseguono esercizi di potenziamento di ogni gruppo muscolare. Gli esercizi prevedono, così come lo stile in sé, un’alternanza continua di curve e linee rette, che rende gli schemi motori degli allievi flessibili a qualsiasi richiesta coreografica.
La composizione è il corpo centrale della lezione, durante la quale agli allievi viene proposta una creazione coreografica da apprendere, interiorizzare e, infine, personalizzare. L’obiettivo finale di questa parte del lavoro è quello di allenare la musicalità e l’espressività degli allievi e di insegnare loro ad incanalare le emozioni nei movimenti che eseguono.
L’improvvisazione è forse il più importante elemento della lezione e della tecnica modern in generale, poiché è il momento in cui gli allievi sono completamente liberi di esprimersi sulla musica, senza nessuna coreografia preimpostata e senza bisogno di concentrarsi sui gesti tecnici. È proprio questo, alla fine, che rende questo stile diverso da ogni altro: la possibilità di uscire da ogni schema e da ogni rigore per dare alla propria interiorità il massimo spazio per esprimersi.
Attraverso il movimento gli allievi diventano quindi capaci di dar voce alle proprie emozioni, di viverle profondamente e di entrare in empatia anche con chi li osserva: si può realmente dire di conoscere un ballerino, infatti, solo se lo si guarda danzare almeno una volta.

“Ballo perché le onde si infrangono sulla sabbia.
Perché le foglie scricchiolano sotto i miei piedi.
Perché la primavera ha un odore dolce. […]
Ballo perché, un giorno, una voce mi ha detto che dovevo.”
Kimerer LaMothe 

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